La storia della cantina Ferrero inizia al principio del XX secolo nel piccolo centro de l’Annunziata, quando Settimo Giuseppe, nonno materno di Renato, iniziò l’attività. Tuttavia, durante la seconda guerra mondiale, i vigneti vennero estirpati per far posto al grano. Nello stesso periodo, l’Europa fu colpita dalla grave epidemia della fillossera, un insetto importato dall’America, altamente nocivo per le nostre viti.
Così negli anni ’50, Lorenzo Ferrero, padre di Renato, ripristinò i vigneti di famiglia, innestando le barbatelle autoctone su portainnesti di vite americana, la sola capace di resistere all’afide. A quei tempi, l’uva prodotta veniva in parte vinificata e in parte venduta,. Il Barolo e il Nebbiolo veniva già imbottigliati allora, mentre gli altri vini erano per lo più venduti sfusi. La morte prematura del padre nel 1966 però, portò a un rallentamento dell’attività.
Più tardi, un giovane Renato e il fratello maggiore ripresero a vinificare, consolidando il proprio lavoro con l’introduzione della Doc negli anni ’80. Nello stesso periodo però, le piccole dimensioni aziendali spinsero il fratello a lasciare. Da quel giorno Renato dedicò anima e corpo all’azienda ereditata dal padre, iniziando pian piano a espandersi. Dagli anni ’90 Nina affianca il marito Renato nella conduzione della cantina, occupandosi in particolare dell’accoglienza per le visite in cantine, la Casa Vacanze e delle degustazioni guidate.
Attualmente, la cantina Ferrero dispone di una superficie totale di circa 5 ettari, di cui tre sono di proprietà, con una produzione di circa 25.000 bottiglie l’anno.